RENDE :: 16/12/2023 :: Dopo 3 anni dalla pubblicazione dell’ampio lavoro di ricerca sul "Turismo delle Radici" a firma di Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa Università ed esperta del ramo, è maturata l’idea di allargarne i contenuti con un’ulteriore indagine, condotta dalle due ricercatrici con Anna Lo Presti dell’Università di Torino, in collaborazione con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA). È nata, dunque, una nuova ricerca dal titolo: "Turismo delle radici e promozione all’estero dei prodotti agroalimentari italiani: un focus sul settore olivicolo-oleario", svolta nell’ambito del progetto "Oleario – Dove l’Italia lascia un segno".
Essa ha inteso scandagliare le potenzialità per ampliare il mercato del nostro agroalimentare e favorire lo sviluppo delle aree rurali a vocazione olivicola, un fenomeno che potrebbe interessare circa 60 milioni di italiani all’estero e un possibile introito di 8 miliardi di euro.
I risultati sono stati presentati all’Università della Calabria giovedì 14 dicembre.
Essi mostrano che gli italiani emigrati che tornano come turisti per riscoprire le proprie radici sono fortemente legati alla terra dei propri avi (71%), ne apprezzano la cucina (83%), acquistano e consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale). Infine, per oltre 73%, l’olio di oliva italiano è di qualità superiore, nonostante il mercato poco sviluppato all’estero – sia per la difficoltà a reperire il prodotto che per i prezzi elevati.
L’indagine statistica, a cui hanno partecipato oltre 600 ‘turisti delle radici’, è stata condotta attraverso un questionario strutturato, composto da 52 domande, disponibile on line in italiano, inglese, spagnolo e portoghese. Si è focalizzata sulla connessione che può sussistere tra viaggio delle radici in Italia e acquisto, consumo e promozione presso amici e conoscenti dei prodotti agroalimentari e del cibo italiano, sia durante il soggiorno in Italia, sia al rientro, indagando anche il possibile ruolo nel contrasto all”Italian Sounding’, i finti prodotti italiani.