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San Marco Argentano è un comune italiano della provincia di Cosenza in Calabria. Centro urbano di antica storia, sito lungo la Valle del Crati in zona collinare, dal clima mite e temperato, è fra i più importanti centri artistici e culturali della provincia.
È sede della diocesi di San Marco Argentano-Scalea.
Storia
Certo è che la Sibaritide, e quindi la zona intorno a San Marco Argentano che ne fa parte, fu abitata dall’uomo fin dai tempi del neolitico; numerosi ritrovamenti lo attestano (cfr. Mario Candido, Valle Crati prima e dopo la colonizzazione greca. Studio del Comprensorio, Venezia 1967). Quindi è certa la frequentazione dell’uomo primitivo nella zona. Il sito archeologico neolitico di Torre Mordillo dista poco più di 10 km da San Marco Argentano.
L’assetto urbanistico dell’attuale centro storico si deve senza dubbio all’arrivo dei normanni e in particolar modo a Roberto il Guiscardo, come attestano Amato di Montecassino ("quant ala en Calabre, hedifica la rocche de Saint Marc") e Goffredo Malaterra ("castrum, quod Sancti Marci dicitur, firmavit"), e come testimoniano vari monumenti quali la torre, la cripta del Duomo, l’abbazia della Matina, in origine benedettina.
Oggi il centro storico si presenta con l’originaria struttura feudale, lungo la dorsale del percorso che unisce il Duomo e la torre normanna. La parte occidentale, più antica e popolata, è nascosta alla vista, l’altra più esposta e più prossima alla torre coincideva con l’antico quartiere ebraico della Giudeca. Adolfo La Valle, sulla base di documenti conservati nel convento della Riforma, afferma che gli Ebrei erano in San Marco assai potenti: avevano un quartiere segregato che anche oggi si chiama la Giudeca, una piccola sinagoga, il traffico della seta e dei grani, il monopolio della piazza e dei mercati, speciose tintorie.
L’accesso al paese era possibile fino all’Ottocento solo dalla Pie’ la Silica che si arrampicava dalla valle del Fullone all’area dove si erge il Duomo. Solo dopo la costruzione della strada cosiddetta militare, che congiungeva Castrovillari con San Fili, la città si aprì ai traffici commerciali con i centri vicini, modificando il proprio assetto urbano che si sviluppò lungo le nuove arterie.
La presenza di vari monumenti, chiese, palazzi e blasoni gentilizi è all’origine degli appellativi che ancora connotano questa antica città, definita ancora oggi "normanna" o "dei nobili".
Monumenti e luoghi d’interesse
I monumenti maggiori sono:
Torre Normanna.
Fontana di Sichelgaita.
Cattedrale di San Nicola
Abbazia della Matina, aula capitolare (secc. XI-XIII),
Torre normanna (sec. XI),
Cripta della Cattedrale (sec. XI),
Complesso monastico di Sant’Antonio o dei Riformati (secc. XIII-XVIII),
San Giovanni degli Amalfitani, oggi museo diocesano (sec. XII),
Mulini della Corte o di Mezzo (secc. XV-XVIII),
Monastero delle Clarisse, oggi sede municipale (1630),
Chiesa di Santa Caterina (sec. XVII),
Chiesa di Santo Marco (sec. XVIII),
Chiesa del Luogo Santo o dei Martiri Argentanesi (trasferita da altro sito nel sec. XIX) e pianta del Santo Olivo bianco,
Cappella della Benedetta, con grotticella di San Francesco di Paola,
resti di mura, porte e torrette di accesso di epoca medievale,
Nuovo e Vecchio Seminario,
Fontana di Santomarco o di Sichelgaita[9]
Case gentilizie palaziate con materiali lapidei originali (mensole e portali) risalenti ai secoli XVI-XVII.
Antichi quartieri del Critè, di Santa Maria dei Longobardi, di Sant’Antonio Abate, di Santo Pietro, della Motta.
Antiche dimore rurali in mattoni crudi nelle contrade Iotta, Prato, Ghiandaro, Mancino, Spinetto.
Casini padronali a Valle Sala-Scarniglia, Colabello, Ghiandaro, Maiolungo, Coppolillo, Prato, Fraccicco, Caselle
Fonte: Wikipedia