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Minervino Murg, fino al 1863 chiamata Minervino è un comune italiano di 8 112 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, in gran parte incluso entro i confini del Parco nazionale dell’Alta Murgia, istituito nel 2004.
Dai ritrovamenti rinvenuti sul territorio (Lama Cipolla, Lama Torlazzo, Casale) si evince che l’origine di Minervino risale a 2000 anni prima di Cristo.
Fu fondata dalle popolazioni japige che occupavano la Puglia in quel periodo storico e successivamente venne colonizzata dai Romani. Nella Tavola Peutingeriana, che era una grande cartina dell’Impero, nel luogo dove sorge Minervino vi è un monte (forse simbolo delle Murge), un fiume (probabilmente l’Ofanto) e il nome della città risulta essere Rudias dei Peucetii, il nome di Minervino prima della colonizzazione romana.
Secondo la leggenda, invece, venne fondata nel 216 a.C. quando alcuni legionari romani, scampati alla battaglia di Canne, trovarono riparo sulle Murge. Qui s’innamorarono delle pastorelle del luogo e decisero di rimanerci, celebrando i riti nuziali in una grotta che loro stessi dedicarono alla dea Minerva (l’attuale grotta di San Michele).
Più volte devastata da incursioni saracene, se ne ha la prima precisa menzione in documenti dell’XI secolo. Appartenne ai principi di Taranto Del Balzo Orsini fino alla metà del XV secolo. Successivamente fu concessa a Pirro Del Balzo attraverso la moglie, la quale rimase asserragliata nel torrione di Minervino durante la Prima Congiura dei Baroni, ad opera del Principe di Taranto Giovannantonio Del Balzo Orsini. Un torrione fatto realizzare dallo stesso Pirro durante la seconda metà degli anni Cinquanta del XV secolo[5]. Nel 1508 fu concesso da Ferdinando il Cattolico al conte Forti Onorati d’Aragona. A titolo di principato fu poi dei Pignatelli nel XVI secolo, poi appartenne ai Carafa ed ai Tuttavilla.
Partecipò attivamente ai moti del 1799 e nel 1818 fu privata della sede vescovile.
I minervinesi, spinti da gravi condizioni sociali, parteciparono ai moti popolari del 1898, uccidendo tre proprietari terrieri. Il tumulto fu poi represso dalle autorità.[6]
La Resistenza, l’opposizione fascista e la strage nazista di Murgetta Rossi
Minervino fu teatro anche di una opposizione fascista mostrata a cittadini e resistenti e di una crudele strage nazista come documentato da una pubblicazione:«dopo il bivio per Minervino Murge, in località Murgetta Rossi, il 18 settembre 1943 un reparto della Wehrmacht commise uno dei più orrendi crimini della breve, ma violenta occupazione dell’Alta Murgia»[7].
Secondo dopoguerra
Piazza De Deo (Centro Storico)
La sera del 24 giugno 1945, in seguito all’arresto di diverse persone accusate di furto e di alcuni renitenti alla leva, scoppiò una rivolta che portò Minervino a "dichiarare guerra" all’Italia. La città fu così trasformata in una fortezza: dal Faro al Castello nei punti nevralgici furono piazzate mitragliatrici e sorsero trincee sulle strade di collegamento principale.
Architetture religiose
Cattedrale dell’Assunta: di origine medievale, conserva scarsi resti della costruzione primitiva. Fu consacrata nel 1608.
Grotta di San Michele
Santuario della Madonna del sabato (XVII secolo)
Chiesa Maria SS. di Costantinopoli
Chiesa dell’Immacolata Concezione (1794): presenta una facciata barocca a due ordini con fastigio, compresa fra due campanili, di cui soltanto il destro affine alle linee dell’edificio.
Chiesa di San Michele
Chiesa dell’Incoronata
Chiesa del Carmine
Chiesa della Madonna della Croce (1628)
Chiesa del Conservatorio
Chiesa di San Francesco (Purgatorio) (XIV secolo)
Architetture civili e militari
Castello, del XIV secolo, ridotto poi a palazzo, è stato variamente manomesso.
Torre quattrocentesca. Il Torrione circolare di Minervino si deve a Pirro Del Balzo e in origine posto a ridosso del borgo medievale e in posizione isolata. L’edificio fu realizzato intorno alla metà del XV secolo, ma oggi purtroppo affogato da abitazioni successive realizzate nel XIX secolo. Addossamenti che hanno obliterato irrimediabilmente la facies originaria del monumento. Il Torrione minervinese è stato da ultimo accostato ad altri edifici coevi che presentano impianto ossidionale molto simile e principalmente al Torrione di Bitonto e al Torrione di San Mauro Forte in provincia di Matera[8].
Orologio Vecchio
Nel centro storico denominato "Scesciola" vi è la cosiddetta "Casa delle streghe", dove si suppone che nella seconda metà dell’Ottocento abbia vissuto una famosa veggente riconosciuta con il nome di Eusapia Palladino, cui si rivolgevano anche gli zar di Russia.
Percorso Lama Matitani. Sentiero che parte dal centro storico e, attraversando la Lama Matitani, conduce alla grotta di San Michele.
Fonte: Wikipedia