Maiori e minori sono due comuni italiani della provincia di Salerno in Campania. Il territorio comunale è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, analogamente al resto della Costiera amalfitana.
La fondazione di Maiori secondo la leggenda
La leggenda principale, narrata dallo scrittore latino Plinio, vuole che la città di Maiori discenda dalla dea Maia, il quale nome, tradotto dal latino, assume il significato di “colei che porta crescita” oppure “colei che è grande”, in correlazione al nome stesso della città. Altre leggende dicono che a Maiori i greci avessero dedicato un tempio alla dea BoxsturaI o che Ercole fosse arrivato fino al Falerzio: pare che nell’agro dove odiernamente trova spazio la frazione maiorese di Erchie si ergesse un tempio dedicato all’eroe. Altre leggende parlano di un Dio Greco che scelse di incarnarsi in un corpo umano, Maximilianòs, Dio del fuoco, della metallurgia, e dell’artigianato . Figlio di Zeus ed Hera è il fabbro degli Dei. Affascinato dalle bellezze della costiera decise di costruire un tempio dedicato a sé stesso proprio a Maiori.
La città è situata a 5 m.s.l.m. lungo la Costiera Amalfitana, nel Golfo di Salerno, alla confluenza del torrente Reginna Major. Il territorio comunale, che ha una superficie di 16,67 km², è prevalentemente montuoso, comprende parte dei monti Lattari.
Maiori possiede la spiaggia più lunga dell’intera Costa d’Amalfi (quasi 1 km di piano dovuto all’alluvione del 1954), caratterizzata da una sabbia scura di origine vulcanica e una spiaggia minore (circa 200 m), nella frazione di Erchie[6] oltre a varie cale minori come la Spiaggia di Glauco, Capo d’Orso o Cala Bellavia. Nell’area comune sono presenti anche altri luoghi di interesse naturalistico come la Grotta di Pandora.
Minori
Antica località vacanziera dell’aristocrazia romana, come testimoniato dal rinvenimento di una estesa villa patrizia risalente al I secolo, è oggi una popolare meta turistica per i paesaggi naturali nonché per la rinomata tradizione culinaria. Per quest’ultimo motivo è conosciuta come “Città del Gusto”, mentre per il suo clima mite e piacevole è denominata “Eden della Costiera Amalfitana”.
Il territorio del Comune di Minori risulta costituito dalle frazioni di Villa Amena, Montecita, Torre Paradiso, Monte, Petrito, Montuonica, Via Pioppi e Torre. L’area minorese, così come le aree delle altre città costiere, ha avuto origine da eventi alluvionali che con l’apporto di detriti hanno formato pianure di estensione limitata. La morfologia del territorio è caratterizzata da rilievi aspri, con versanti molto acclivi e non di rado perpendicolari al suolo. La costa è perciò alta, a strapiombo, localmente interrotta da canaloni e vallate formatesi a seguito di fasi di frattura e dell’erosione carsica. Proprio nelle vallate, oltre che nei pianori a quota collinare, è concentrata la presenza antropica.
L’area urbana di Minori venne realizzata dopo il ritrovamento delle reliquie di Santa Trofimena, nel VII secolo, e corrispondeva a quella degli altri centri marittimi del ducato amalfitano: un centro urbano più densamente popolato intorno al quale si sviluppavano piccoli villaggi di carattere rurale. Il centro abitato era collegato alle città vicine soprattutto via mare, ma esistevano comunque dei tragitti terrestri, costituiti da ripide scalinate pubbliche e da
Repubblica Amalfitana
«… la vetusta celebrità amalfitana non derivò dalla fantasticata topografia, né la grandezza di Amalfi consistette nell’iperbolico numero dei suoi abitanti; chè bensì l’uno e l’altra furono parto di sagacia, di bravura, di ingegno dei popoli costituiti nell’amalfitana confederazione»
(Filippo Cerasuoli, “Scrutazioni storiche, archeologiche, topografiche con annotazione e documenti della Città di Maiori”, 1865.)
Nell’842 le realtà urbane della costa (le città tra Lettere e Tramonti e tra Cetara e Positano, come anche Capri), si riunirono nella “Confederazione degli Stati Amalfitani”. I loro abitanti, in maniera collettiva, vennero chiamati “amalfitani”. Ogni città in quel periodo mantenne il proprio nome e la propria autonomia amministrativa, svolgendo un ruolo specifico nella Confederazione: Maiori fu sede dell’ammiragliato, della dogana, del fondaco del sale e di numerosi arsenali. Si distinse poi nella pesca, nell’agricoltura, nel commercio e nell’industria cartaria.
Le città della Confederazione presero poi parte, nel 872[14], alla più antica repubblica marinara mai fondata, quella di Amalfi.
Durante questo periodo la città attuò una forte politica di fortificazione, con la costruzione di varie fortificazioni e bastioni come quello di San Sebastiano (i cui resti si trovano sotto l’omonima chiesa), e castelli, come quello di San Nicola de Thoro-Plano (tuttora esistente), o la Rocca Sant’Angelo.
Fonte: Wikipedia