Se una categoria è abbastanza forte o anche abbastanza rumorosa, prima o poi otterrà di sicuro un’esenzione o un’esclusione o una riduzione. Soprattutto se ci sono elezioni in vista
Sulle bandiere dei partiti italiani c’è scritto "sconto fiscale". Se una categoria è abbastanza forte o anche abbastanza rumorosa, prima o poi otterrà di sicuro un’esenzione, un’esclusione o una riduzione dell’imponibile o dell’imposta o un regime di favore. Soprattutto se ci sono elezioni in vista e in Italia ci sono sempre elezioni in vista. I trattori sono dunque solo l’ultimo anello di una lunga catena e neanche i più beneficati. Nel governo, lo scontro tra Fratelli d’Italia e Lega non è stato sul se, ma sul quanto dello sconto. Salvini voleva di più e da qui alle Europee vorrà sempre di più. Eppure sono passati pochi mesi da quando il governo, per bocca del vice ministro dell’economia Leo, annunciava per l’ennesima volta nella storia della Repubblica una revisione attenta delle cosiddette spese fiscali, una giungla di 626 sconti che costa allo Stato più di 80 miliardi di euro l’anno e vale 4 punti di PIL nazionale. Dalla riforma il governo Meloni, come gli altri prima di questo, si aspetta di trovare le risorse per finanziare invece un taglio generalizzato dell’Irpef e quindi la tanto sospirata riduzione del carico fiscale. E invece, rieccoci, ogni partito ha la sua spesa fiscale preferita, i 5 Stelle hanno inventato la più costosa della storia, il superbonus edilizio, al confronto lo sconto agli agricoltori è davvero piccola cosa, e anzi forse i contadini se lo meritano anche non fosse altro per la manutenzione del territorio che le loro aziende garantiscono, ma non c’è alcun dubbio che così il governo va nella direzione opposta a quella che aveva annunciato a tutti i contribuenti ( Antonio Polito / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/politica/dal-superbonus-aiuti-trattori-sconto-fiscale-bandiera-partiti/e84386c0-ca54-11ee-b875-b42893f88392
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