@la-bella-italia
Craco, il paese abbandonato situato nella splendida regione italiana della Basilicata, è un luogo incantevole che evoca un senso di mistero e meraviglia. Questo affascinante borgo, con le sue case antiche e le strade acciottolate deserte, trasporta i visitatori in un viaggio nel tempo, regalando un’esperienza unica e indimenticabile.
Appena ci si avvicina a Craco, ci si rende conto di quanto sia maestoso e suggestivo. Il paese è arroccato su una collina, che offre una vista mozzafiato sul paesaggio circostante, caratterizzato da colline verdi e campi coltivati. Questa posizione privilegiata ha contribuito a rendere Craco un luogo strategico e difendibile nel corso dei secoli.
Nel 1963 il centro storico iniziò a subire uno spopolamento dovuto ad una frana che, agli inizi degli anni ottanta, lo ha reso una vera e propria città fantasma. Questo fenomeno ha contribuito a rendere particolare l’abitato di Craco che per tale caratteristica è diventato una meta turistica, nonché un ambito set cinematografico.
Il centro storico di Craco sorge nella zona collinare che precede l’Appennino Lucano a circa 390 m s.l.m., a mezza strada tra i monti e il mare, nella parte centro-occidentale della provincia. Il territorio è vario, con predominanza dei calanchi, profondi solchi scavati in un terreno cretoso dalla discesa a valle delle acque piovane. I comuni limitrofi sono Pisticci (20 km), Montalbano Jonico e Stigliano (25 km), San Mauro Forte (27 km), Ferrandina (33 km).
Fondazione
Le prime tracce delle origini di Craco sono alcune tombe, che risalgono all’VIII secolo a.C. Come altri centri vicini, è probabile che abbia offerto riparo ai coloni greci di Metaponto, quando questi si sono trasferiti in territorio collinare, forse per sfuggire alla malaria che imperversava nella pianura.
Medioevo
Erberto, di probabile origine normanna, ne fu il primo feudatario tra il 1154 e il 1168. La struttura del borgo antico risale a quell’epoca, con le case arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro.
Nel 1276 Craco divenne sede di una universitas. Nel XV secolo, la città si espanse intorno ai quattro palazzi:
Palazzo Maronna, vicino alla torrione, con ingresso monumentale in mattoni e con grande balcone terrazzato.
Palazzo Grossi, vicino alla chiesa madre, ha un alto portale architravato, privo di cornici. I piani superiori sono coperti da volte a vela e decorati con motivi floreali o paesaggistici racchiusi entro medaglioni. Parte delle finestre e dei balconi conservano ringhiere in ferro battuto.
Palazzo Carbone, edificio della fine del Quattrocento, ha un ingresso monumentale. Nel Settecento, il palazzo fu rinnovato e ampliato.
Palazzo Simonetti.
Età moderna
Craco fu feudo dei Sanseverino di Bisignano, che ne possedevano la signoria con la giurisdizione sulle cause civili, criminali e miste, la portolania e la zecca di pesi e misure[6]. Per necessità finanziarie esso fu venduto nel 1605, probabilmente a Bernardino Pacello[7] e da questi, il 5 marzo 1627, a Scipione Putignano. Il feudo fu ereditato dalla figlia dell’acquirente, Veronica. Costei vendette il feudo per 13.500 ducati tramite una procuratrice nel 1642 e Craco passò prima a don Camillo Cattaneo marchese di Montescaglioso e poi al principe di Cetrano ma nel 1652 Veronica Putignano si sposò col dottor don Angelo Latronico e ottenne l’annullamento della vendita.
Abbandono
Negli anni Sessanta il centro storico si è svuotato a seguito di una frana che lo ha reso una vera e propria città fantasma. Parte degli abitanti si trasferì a valle, in località "Craco Peschiera", ove fu trasferita anche la sede comunale. Allora il centro contava quasi 2000 abitanti. La frana che ha obbligato la popolazione ad abbandonare le proprie case sembra essere stata provocata da lavori di infrastrutturazione, fogne e reti idriche, a servizio dell’abitato.
Paese fantasma
Nonostante questo esodo forzato, Craco è rimasta intatta, trasformandosi in un paese fantasma. Nel 2010, il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla World Monuments Fund.
Il comune, nella realizzazione di un piano di recupero del borgo, ha istituito, dalla primavera del 2011, un percorso di visita guidata, lungo un itinerario messo in sicurezza, che permette di percorrere il corso principale del paese, fino a giungere a quello che resta della vecchia piazza principale, sprofondata in seguito alla frana. Nel dicembre 2012, è stato inaugurato un nuovo itinerario, che permette di addentrarsi nel nucleo della città fantasma.[19]
Fonte: Wikipedia