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Atena Lucana è un comune italiano della provincia di Salerno in Campania.
Storia
Àtena Lucana è la più antica cittadina del Vallo di Diano. Sorge su un colle nella parte occidentale della valle ad un’altitudine di 625 metri sul livello del mare. La sua storia affonda in origini pelasgico-micenee come testimoniano i ruderi delle sue mura megalitiche o pelasgiche del IV secolo a.C. che circondavano la città e forse la famosa e non individuata Larissa dei Pelasgi. Il ritrovamento di una grande necropoli del VII-VI secolo a.C. fa ritenere che Àtena ebbe una fitta relazione culturale e commerciale con altre città della Magna Grecia. Verso la fine del V secolo a.C. si registra ad Àtena l’arrivo di popolazioni lucane che, oltre a modificare l’assetto dell’insediamento, determinano cambiamenti di carattere culturale. Sotto la dominazione lucana fu una delle dodici città-stato della loro confederazione. L’ingresso di Àtena, invece, nell’orbita romana, risale al tempo della guerra tra i romani e Pirro (280-275 a.C.). Con le riforme agrarie dei Gracchi (133 a.C.) anche il territorio di Àtena è interessato dalle assegnazioni di terre, come dimostrano i due cippi ritrovati che segnavano i confini territoriali. Dopo la guerra sociale (90-89 a.C.), la città di Àtina venne inserita nella tribù Pomptina, acquisendo la cittadinanza romana e divenendo un importante Municipium, governato da quattuorviri. Risulta pertanto preziosa un’iscrizione in lingua osca e caratteri greci del II secolo a.C. che ricorda l’edificazione di un edificio pubblico con il beneplacito del senato locale. Inoltre la valle di Diano era nota in età romana come Campus Àtinas, data l’importanza prioritaria del municipium’ di Àtina sugli altri centri romanizzati della valle, Consilinum (Padula) e Tegianum (Teggiano). Il Campus Àtinas è menzionato da Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia e da Marco Tullio Cicerone che scrive di avervi sostato nella villa degli Helvii, parenti della madre Helvia, in una notte di aprile del 58. a. C., durante la sua fuga verso Brundisium e che ebbe in tale villa un sogno premonitore sul suo ritorno in patria. Nel De Divinatione l’oratore scrive: … cum in illa fuga in villa quadam Campi Atinatis maneres, magnamque partem noctis vigilasses… nihil atinati somnio fieri posse divinius (M.T. Cicerone, De Divinatione, lib. I 28,59). La città romana disponeva di edifici pubblici di una certa rilevanza – come i templi dedicati a Giove, Cibele, Esculapio e al Genio del Municipium Atinate – come è dimostrato dal materiale epigrafico conservato nel Museo Civico Archeologico. Le presunte vestigia di un anfiteatro, ritrovate alla fine dell’Ottocento dall’avvocato Giovanbattista Curto nel borgo medievale fuori dalla cinta muraria medievale, incoraggiano a dedurre la grandezza della città. Un grande foro lastricato, unicum che si conosca da Pompei fino al sud Italia, accoglieva la basilica, dove successivamente fu costruita la chiesa di Santa Maria Maggiore. Le dominazioni barbariche e le incursioni saracene del IX-X secolo d.C. distrussero la città, costringendo gli abitanti ad arroccarsi sul colle e fondare la civitas medievalis con mura e torri e porte d’accesso. Nell’Alto Medioevo dopo il susseguirsi delle dominazioni longobarde e normanne, troviamo infeudata in Atena nel 1282 la famiglia Sanseverino, con Tommaso I, conte di Marsico fino al 1306.
Monumenti e luoghi d’interesse
Architetture religiose
– Chiesa di Santa Maria Maggiore
– Santuario di San Ciro (già chiesa di San Michele Arcangelo)
– Chiesa di San Nicola
– Cappella di San Giuseppe
– Cappella delle Anime del Purgatorio o di Santa Sofia
– Santuario di Maria Santissima della Colomba
Architetture civili
– Palazzo Caracciolo (XVI secolo)
– Palazzo Marino (1781)
– Palazzo Pessolano-Filos (1802) con annessa gentilizia cappella
– Palazzo D’Alto (XIX secolo)
– Palazzo Caporale (1866)
– Palazzo Spagna (1809) con cappella gentilizia
– Palazzo De Benedictis (XVII secolo)
– Palazzo Gargano (XVII secolo)
– Palazzo Pessolani (XVIII secolo)
– Palazzo Vincenzo Curto (1765)
– Palazzo Gaetano Maria Curto (1819)
– Orologio Civico (1899) soprastante la chiesa di San Nicola
– Monumento di Atteone (1739)
Architetture militari
– Castello ruderi XI secolo
– Torri medievali del XIV secolo
– Porta d’Aquila (età romana, poi medievale)
Siti archeologici
– Area archeologica in località Serrone
– Mura megalitiche (IV secolo a.C.)
– Percorso epigrafico all’interno del centro storico
Aree naturali
Riserva naturale Foce Sele – Tanagro, sito di Interesse Comunitario IT 8050010 comprendente le fasce litoranee a destra e sinistra del fiume Sele e parte del litorale tirrenico.
Fonte: Wikipedia